mercoledì 19 agosto 2015

La magia della creatività

La magia è una cosa fondamentale, in tutto, ma non è da tutti... credo.
L'altra notte ho sognato che una canzone che ho scritto - che farà parte di un piccolo EP che io e Diego stiamo allegramente partorendo in Turpike Lane, che fuori piova o che ci sia il sole - non fosse altro che la brutta copia di una canzone indie già esistente, credo di non aver nemmeno panicato, era come se dovesse essere così. Fanculo. Non è così.

Ho tanta pressione addosso e non faccio sentire i miei progressi a nessuno, a parte Andrea credo... perché è un musicista e capisce quando si tratta di scheletro e quando di pelle e tutto il resto. Un musicista ha sempre la visione più completa delle cose, ancora prima che esistano, bastano poche nozioni tipo "qui le voci saranno più dinamiche, poi qualche glitch, la chitarra è solo un tappeto non ci far caso per ora". E poi Andrea non mi inculerebbe mai un pezzo, io ho sentito i suoi sprazzi per anni, ci fidiamo, credo.
Circa tre settimane fa ho fatto sentire una canzone appena composta a Jakub, perché vorrei condividere con lui anche l'impossibile. Avevo appunto steso un tappeto di chitarra acustica, per sostenere la voce, giusto per quello, quindi la melodia vocale era la cosa fondamentale e il testo, il testo per me è tutto. Mi viene in mente il Boniz che suona la colonna sonora di The Hours... senza aver mai visto il film e quella volta ero d'accordo con Marco, non aveva senso. Il Boniz aveva risposto "eh, ma se guardo il film mi rovino il mio filmino". Non abbiamo saputo cosa rispondergli, è come cercare di convincere qualcuno a lavarsi dopo che ha detto "tanto mi sporcherò di nuovo".
Insomma, a Jakub la mia roba piace, anche se non è il suo genere, ma quella volta, finito di suonare in modo piuttosto maldestro la chitarra, non essendo il mio strumento, ha commentato "bella, mi piace molto, ma ci andrà altra roba vero?", come per dire "un po' povera così" e io non ho avuto la prontezza di dirgli "cazzo l'ho scritta due ore fa, è la base, è l'inizio, non senti la magia? Ti condurrà al pezzo completo", ma ho finito per offendermi, forse ho anche pianto, non ricordo, piango sempre.
Jakub non può avere la visuale completa delle mie canzoni, perché vengono composte nel buio della mia solitudine e possono fiorire solo grazie a Diego ora come ora (o in generale un sound designer, producer e via dicendo). Mi viene sempre in mente un'illustrazione di Jason Chan, di quella ragazzina seduta sul letto di camera sua, mentre ascolta musica e scrive sul diario e intorno a lei si sviluppa un mondo di fate e spiriti, farfalline e lucciole, cose che, suppongo, solo lei possa vedere.
Il lavoro di un artista è trasformare la visuale nella propria testa in qualcosa di concreto. È per questo che probabilmente non capisco l'arte contemporanea, vive troppo attraverso il fruitore, l'artista diventa un macellaio, ti vende una bella bistecca ma te la devi saper cuocere tu (sembra una cosa detta da Nicco, cristo santo). Ma è solo una mia visuale.
Adesso Jakub ascolta solo canzoni un bel pezzo avanti nella composizione e arrangiamento, così può vedere ciò che prima gli fosse impossibile. Oggi io e Diego abbiamo sostituito i violini con il pianoforte e ci siamo pisciati addosso dalla gioia, credo che significhi che la canzone sia pronta per essere udita dal mondo... che si ridurrà, per motivi di esclusiva e produzione ancora non chiara, a mio padre, che spero completi il nostro EP e mia madre, perché ha il cuore aperto verso la mia musica e le piace tanto, sinceramente. Jakub fa parte del processo creativo, anche se non sente da un bel po' i miei aborti, vede i progressi e influenza la composizione, anche se non lo sa, perché come ho detto i testi sono importanti per me e da qualche parte devono pure nascere, qualcuno dovrà pur ispirarmeli, almeno all'inizio.

Quando fotografo non faccio mai vedere gli scatti ai miei modelli (è ridicolo chiamarli tali, sono solo amici che si prestano, anche se... sono talmente autentici che mi aiutano a far sembrare le foto degli estratti di un film, che poi... non è altro che la mia vita suddivisa in frame). Per il semplice fatto che il fine giustifica i mezzi per me, nell'arte visuale, nella musica, nel resto non so perché conosco solo queste due e nemmeno completamente. Ciò che si vedrebbe sul monitor della macchina fotografica non sarebbe che lo scheletro, quella chitarra-tappeto delle mie canzoni, la base. Mi piace lavorare in camera raw e non mi vergogno a modificare luci e colori, sono talmente una pippa che mi consolo perché senza una buona base non riuscirei a fare quello che faccio in post-produzione, è un ritocco non ritocco. 
Per questo comunque mi piace scattare con l'analogica, perché nessuno rompe il cazzo finché non ritiro i rullini. Seriamente. Non modifico le pellicole, ma almeno me le studio, le seleziono e decido cosa non è degno di essere pubblico, nessuno disturba il mio processo creativo, nemmeno chi ne è parte integrante.

Se io facessi vedere il making of dei miei progetti si perderebbe la magia. A me piacciono i teaser, non i trailer, mi piace la percezione virale delle cose (virale, una parola che mi piace molto e di cui non sarei a conoscenza nel cinema per esempio se non fosse per Marco... Marco che per altro mi ha ispirato un testo, insieme ad Andrea, sono state persone importanti).

La magia rimane negli occhi, o nelle orecchie se vogliamo, di chi crea ed esplode nel delta finale solo se l'artista lo vuole; se le scintille iniziali non vengono percepite dagli altri, l'artista non dovrebbe arrabbiarsi né offendersi, ma chiudere quella cazzo di bocca e lavorare duro, raffinare la sua creatura e renderla talmente forte da non aver più paura di metterla fuori. È la magia di non temere un giudizio.


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