domenica 15 novembre 2015

Beirut, Parigi... e il Mondo.

Sono due mattine che mi giro e mi rigiro nel letto, non riesco a darmi pace. Mi prude il cervello, se così si può dire. Vorrei dire qualcosa di importante, qualcosa che renda giustizia prima di tutto alle persone che stanno morendo nel mondo e poi qualcosa che rappresenti a pieno la mia rabbia verso l'ignoranza, la mia paura, le mie preoccupazioni.

Così ho pensato di fare un passo indietro, al 9/11, quando io e mia mamma avevamo un volo notturno da Almaty, per tornare in Italia, con scalo a Londra (una di quelle deviazioni senza senso per risparmiare qualche centinaio di euro). Aspettando di lasciare casa, io guardavo la TV, mamma e papà erano in cucina. A un certo punto, non so ancora descriverlo a parole degne perché probabilmente devo ancora evolvermi come scrittrice, c'erano le Torri Gemelle e un attimo dopo non c'erano più. Fumo. Tanto fumo. Ero ancora ragazzina, non credo conoscessi il termine "Terrorismo", per me esistevano i buoni e i cattivi. Se bombardavi una città, eri cattivo, se morivi bombardato, eri buono. Credevo fosse un film! Adesso so che le cose non sono sempre come appaiono e che il bene è molto spesso il male e viceversa.
Un attimo dopo erano arrivati i miei genitori, sconvolti, mia madre era sotto shock, voleva cambiare canale, non voleva traumatizzarmi; mio papà insisteva nel lasciare il notiziario. Capisco mia mamma, ma capisco di più mio padre, diceva "le persone muoiono, oh mio dio, oh mio dio, dobbiamo chiamare Jonathan" (Jonathan che ora vive a Los Angeles, ho provato a tenerci un epistolario, ma ci siamo presto persi).
Insomma, abbiamo preso questo volo nefasto, tra aeroporto e casa ho vomitato tre o quattro volte, più realizzavo cosa stesse succedendo, più lo stomaco mi si contorceva. Esattamente da quella data in poi, ho sofferto di gastrite per anni. Non ho più intenzione di ricadere nella somatizzazione dei miei mali per il terrore del giudizio altrui. 

Ieri ho visto un vlog in cui un tizio inglese sensibilizzava le persone a esprimersi, sottolineando il fatto che sicuramente avremmo avuto qualcuno contro, perché siamo tutti diversi, ma che dovremmo comunque unirci nell'esprimere la propria opinione. Così ho pensato che forse potrei fare un vlog anche io, e magari lo farò, in inglese, nel mio scarso inglese, inciampando e balbettando e forse piangendo pure, perché sono emotivamente instabile, o emotivamente sana, interpretatela come volete.
Ma la realtà è che amo scrivere, niente come il susseguirsi delle parole giuste mi rende fiera delle mie frasi, è una cosa che faccio con tale amore da farmi male. Ma soprattutto, quando scrivo non ho paura. Quando sono qui ed esprimo un'opinione, le persone approdano, non si imbattono in uno status a caso, raramente incrocio persone stupide. Non sempre chi mi legge è d'accordo con me, ma non ho mai ricevuto una critica insensata o dettata dall'ignoranza.

E quanto odio l'ignoranza. Odio questo odio gratuito verso l'Islam. Le persone non sanno un cazzo.
Ma facciamo di nuovo un passo indietro, alla seconda superiore, fuori dalla palestra, io con addosso una gonna viola con le trine. Ancora quando mia madre vorrebbe buttarla mi oppongo, per la cronaca. Me ne sto lì tutta carina quando sento sparare una cazzata colossale da un compagno di classe, Elvis; non ricordo l'argomento, ma visti i fatti deve essersi trattato di ignoranza ed arroganza. Così gli faccio notare che ha torto e in risposta mi sento dire "zitta terrorista di merda, tornatene al tuo paese". Altro fatto di cronaca, il Kazakistan non è mai stato accusato di terrorismo e io non sono mai tornata lì se non per brevi visite, perché l'Italia, nonostante tutto, mi piaceva. Nonostante quelli come Elvis, l'Italia mi piace ancora, molto.
Se io, essendo originaria del Kazakistan, sono stata accusata di terrorismo, perché non accusarne anche che so... l'Arabia? O l'Islam in generale? A caso! Entrambe le cose non hanno perfettamente senso. E sono entrambe partorite da idioti... o da qualche semino impiantato nel posto più marcio e più giusto.

Siete con me? Mi seguite?
Bene. In Kazakistan convivono ortodossi e musulmani, da una vita, dall'88 circa, che non è una vita, ma la mia sicuramente. La mia migliore amica, quando abitavo lì, era kazaka, musulmana, e andavamo in giro come due bambine normali, pure tenendoci per mano e se mio padre non sapeva dove trovarmi, prima o poi bussava alla sua porta. Avevo anche un'amica irachena, conosciuta a scuola una volta e mai più vista a lezione, perché suo padre non le permetteva di studiare. La andavo a trovare spesso però e mangiavo il riso con le mani con loro e mi offrivano il tè. Non condividevo il maschilismo che c'era alla base della loro famiglia, ma non li ho mai odiati per questo, loro hanno sempre tenuto le porte di casa loro aperte per me.
Questo per dire una semplice, banale, devastante cosa: i popoli sono pacifici, di natura, se nessun misfatto politico li manipola. Persino la religione è pura, di base, finché non finisce nelle mani sbagliate... COME LA STORIA CI INSEGNA, porco cane.
Pensate all'Ucraina... io avevo i nonni in Danetsk e quando è scoppiata la recente guerra mio padre era straziato, aveva così tanti parenti lì, la sua infanzia, i suoi ricordi. Sono cose sacre, soprattutto quando sai che la pace sarebbe potuta esistere. Su Skype mi diceva "perché non torni qui? Cosa facciamo se scoppia la guerra? Ci divideranno??" e io non sapevo cosa rispondere. E mi mancano le mie eterne montagne. A loro non importa delle guerre, perché hanno capito che sono unite, invisibilmente, che se cade una, perisce anche l'altra.

Soffro. Soffro tanto gli attacchi dell'Isis nel mondo. A Beirut, a Parigi, ovunque. Perché mi toccano da vicino anche se per fortuna non ho perso persone care o non sono stata colpita direttamente. Mi sento maledettamente parte del Pianeta, amo l'umanità nelle persone. Odio la politica, odio i politici che manipolano il gregge ignorante, odio il gregge, odio chi non mette in dubbio niente, chi non si documenta, chi spara cazzate colossali che messe insieme si incanalano in una futura, spaventosa guerra in cui moriranno tante piccole me.
Possibile che solo in pochi si rendano conto che tutti gli esseri umani sono non altro che il sangue del pianeta? Scorriamo nelle sue vene finché non ci imbattiamo in un tumore da estirpare e sarebbe tanto bello non dover fare uso di antibiotici e fare strage di cellule sane.
L'Islam, stupidamente accusato di terrorismo, è nella nostra stessa barca, a remare contro l'Isis. E se non sapete di cosa parlo è il momento di fare un tuffo nella storia e domandarvi se vi steste scaccolando il naso o se foste in bagno mentre il vostro insegnante spiegava i fatti importanti dell'umanità, senza demagogia... con un po' di fortuna.

Ho la mamma coreana, nata in Ucraina, gli antenati però sono dell'agognato Nord. Mio padre è greco (non si sa per quale assurdo collegamento) e russo, nato in Ucraina. I miei si sono conosciuti in Kazakistan, dove non vive Borat scopandosi allegramente sua sorella, ma dove sono nata io, dall'amore e dall'unione di tanti popoli. Non so se in modo innato o se perché sono cresciuta in una realtà in cui odiarsi perché di razze diverse è pura fantasia, ma mi sento cittadina del mondo e sono affascinata da tutti i popoli e provo empatia e solidarietà per tutti e mai mi sognerei di pensare alla violenza come alla soluzione di un problema molto chiaro, un problema che andrebbe solo annientato, ma stranamente i media e i politici ci girano solo intorno. Ma chissà come mai...

Il primo film che ho visto, grazie a mio padre, è stato Il Quinto Elemento, dove ho imparato che il male ingloba il male e si ingrandisce e che non ha niente di umano. E anche che l'amore vince il male, magari non grazie a delle pietre magiche e un po' di fortuna, ma con sofferenze e tanta pazienza, consapevolezza e intensità, come il vero amore dovrebbe essere.


Stamattina mi sono svegliata in agonia, mi sono girata verso Jakub che dormiva e mi sono messa a piangere. Perché sono viva, perché sono con lui e siamo salvi, liberi, di popoli diversi, ma insieme. E ho avuto paura... Così l'ho abbracciato e ho smesso, perché il Terrorismo non può vincere sulla mia intimità, non gli darò il permesso.



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