lunedì 28 maggio 2012

Dormire

Quanto vorrei dormire, ma non lo faccio, un po' perché non ho sonno, un po' perché è un periodaccio e quindi non capisco quand'è che ne ho bisogno e quand'è che invece diventa una scusa per non pensare.


O forse dopo tanto tempo mi piacerebbe dormire con qualcuno, ma non tutta quella roba appiccicosa in cui ci si abbraccia, in cui si intreccia ogni cosa e finisci per non respirare, o urlare nel cuore della notte perché un gomito ti è finito sui capelli. Una presenza potrebbe essere sufficiente, un corpo caldo da qualche parte nel letto e se allunghi il braccio puoi sentire una schiena, o un fianco, o ficcare il dito nell'occhio del tuo compagno così, perché sai che non si arrabbia, sono cose che succedono quando ci si cerca nel sonno. 
Non è niente di invadente, cercarsi quando si ha il piacere di trovarsi.


Sono POCHISSIME le persone con cui io sia riuscita a dormire bene. Sono persone con cui potrei infilarmi nel letto in questo istante e addormentarmi senza troppi pensieri, con gli odori giusti nella stanza. Sì ecco, gli odori, si legano tra di loro e ne creano uno nuovo che può essere piacevole o meno. Io riesco a capirlo quando esco dalla camera per andare in bagno e poi rientro. E non parlo dell'odore della persona con cui sto dormendo, sto parlando del nostro odore.
Che figata... sognare.


Sembrerà melenso, ma mi piace anche molto parlare prima di addormentarmi, toccare l'altra persona mentre lo faccio, con disinvoltura e senza insistere, come a raggiungere una dimensione parallela in cui la pelle pensa ai cavoli suoi e arriva ad uno stadio di benessere tutto suo. Sono momenti in cui non ci guardiamo negli occhi, ma vaghiamo ciascuno in un mondo a parte in cui arriva quest'eco di una voce familiare. 


Non amo parlare appena sveglia. Proprio non riesco e odio chi lo fa, ancora più se su toni elevati. Dai, il mio cervello si sta svegliando, non ho voglia di vivere, figurati se riesco a capire cosa cazzo mi stai dicendo. Niente è importante prima del caffè... o più del caffè.
Non è che ti odio, odio tutti. Non è che mi pento di aver dormito con te, solo non ti voglio sentire, né voglio farmi sentire io. Oh dio, se continui a parlarmi in faccia, forse un po' mi pento.
Quanto è bello il silenzio? Gli uccellini, le macchine in lontananza, l'ambulanza, il fruttivendolo e le sue clienti sorde, la figlia della vicina col flauto dolce, il gatto che reclama il suo cibo, la mia coinquilina che si sveglia prima di me (perché saggiamente di notte dorme), il telefono che squilla... Ti ci vuoi mettere anche tu? 


Però mi ricordo una stanza silenziosa, semi buia, c'è caldo ma il vento si infiltra attraverso le persiane e tu sei girato verso di me, assonnato ma sorridente per un attimo. Io uguale. Non ci sfioriamo nemmeno, ci guardiamo e basta e non diciamo una parola. No, una parola viene quasi sussurrata e veloce percorre tutte il mio corpo senza doverlo necessariamente preparare ad una risposta: "caffè?"


Non è che un grande amore svanisce nel niente. Rimane lì, in solitudine, nel silenzio di una mattina come tante altre.





2 commenti:

  1. È esattamente la stessa cosa a cui sto pensando anche io in questi giorni, alla voglia di dormire con qualcuno in QUEL modo...sarà che ho sempre in mente la stessa persona e pensare di dormire con qualcun altro mi sembra così strano.

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  2. può darsi, ma come si suol dire, prima bisogna imparare a dormire da soli, poi con gli altri... sennò si invadono gli spazi, come nelle relazioni del resto

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