Ma stasera mi ha assalito una tristezza disumana, mi sono persino permessa di piangere, ma solo perché sapevo il perché.
Ieri su skype mio padre mi ha proposto di mandare tutto e tutti affanculo e di andare da lui per tempo indeterminato. Lo vorrei fare, ma qualcosa mi dice che ho da finire delle cose e una parte di me vuole fortemente andare a Londra, anche se non mi aspetta nessuno nonostante molti siano disposti a darmi una mano (qualsiasi cosa esista lassù, che li benedica).
Ma qualcosa mi fa ribollire il sangue e riporta alla mia mente le vie della mia città, o le foglie rosse in autunno, i viaggi in macchina con mio padre, la sua casa con il suo indomabile cane. C'è odore di legno nelle mie mani, dovrebbe essere sufficiente a legarmi a una stanza, a ricordarmi minuto per minuto il percorso della luce in quella cucina.
Sono ridicola. I giorni che non passo in treno, sono legata alla scrivania a scrivere di qualcuno, così non sono tenuta a fare i conti con me stessa. E poi nessuno mi domanda mai niente. Solite cose che escono così vuote dalla mia bocca.
Giuro una delle cose più tristi che estemporaneamente mi capita, è non avere nessuno a cui raccontare qualcosa. Vorrei inventare storie, raccontare ricordi, progettare il mio futuro a voce alta. Ma sono tutti attaccati a quei cazzo di smartphone e quindi rispondono a monosillabi, non leggono veramente. O non ascoltano.
E poi bevo molto tè, continuamente, perché mi ricorda la mia terra e le usanze così radicate nonostante fossi partita quindici anni fa.
Anche se nata nel deserto, ho un forte amore per l'acqua e credo sia questo il problema. Vado fiera delle mie origini a cui non rinuncerò mai, ma non riesco a stare ferma in un posto.
E poco fa mi sono sentita persa, piena di dubbi e sola. Un'altra cosa triste è proprio questa, sentirsi soli. E credo che potrei morire qui, morire di libri e solitudine, perché sotto sotto mi piace, quindi non lotterei granché per avere amici.
Ricordo che tempo fa ero disposta a dare tutto a queste persone, ma c'era sempre qualcosa di più importante di me. Ho imparato ad avere delle priorità anche io, ad avere sempre un piano B perché le persone ti abbandonano quando meno te lo aspetti. Non mi fido di nessuno, ma vorrei disperatamente farlo, questa è un'altra considerazione che ha dato la svolta alla mia serata.
Non mi resta che fare la valigia, costringermi a non pensare solo alle cose brutte e a sorridere un po' di più alle persone anche quando non se lo meritano. In qualche modo, quando rimango aperta e positiva, oltre alla merda entra un sacco di roba bella ed interessante, quindi vale la pena soffrire un po' per arricchirsi.
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