giovedì 13 febbraio 2014

I miei amici

Stavo preparando un articolo e come da tradizione ho piazzato su una colonna sonora perfetta per i miei scarabocchi, il mio problema è che sono impulsiva e che quando ho voglia di scrivere di cazzi miei tutto il resto del mondo deve aspettare. Vuol dire che sto passando un periodo prolifico, non mi lamento... E scriverò stanotte e diventerà cieca e mi verrà un infarto al decimo caffè. Ma adesso voglio parlare dei miei amici.

Io ho pochi amici, ne ho pochissimi. Per un po' ho ritenuto fosse un problema, perché tendo a farmi molte domande quando tutte le cose intorno a me fluiscono in una direzione e io mi trovo a remare controcorrente. Non è che io voglia omologarmi, o essere necessariamente diversa, semplicemente mi analizzo, qualsiasi cosa strida nella mia vita.

Tediando il mio cervello per un periodo relativamente lungo, sono giunta alla conclusione che la devo smettere. Devo smettere di cercare le persone e soprattutto di idealizzarle. Sospendo le ricerche e mi tengo quello che c'è, perché quello che c'è è incredibile, nella mia vita non ho mai, mai mai maimaimai avuto amici così preziosi come adesso. E questa scoperta ha automaticamente ucciso tutti i miei rancori verso Giulia e Andrea, due persone che mi hanno abbandonata per inseguire le proprie maschere... e io per prima, realizzo adesso, li avrei lasciati al loro destino. Le persone che hanno paura di evolversi... mi fanno paura.

C'è Ema. È ancora segnato sul mio telefono come Ema Thurman, perché una volta al Siddharta l'ho incontrato con delle scarpe improponibili... O era un completo? Comunque era impossibile non citare Kill Bill. E tuttora mi è impossibile parlare con Ema senza tirare in ballo dei film in santa pace, perché ne ha visti una marea e non mi ha mai giudicato come la schizofrenica che vive in un pellicola. Basta una parola ed Ema si immagina la voce di un attore nella sua testa e anche se siamo in due città diverse ridiamo come dei dementi davanti allo schermo e ce la godiamo di brutto.
È intelligente, è una di quelle persone talmente intelligenti da farsi del male, perché pensa molto, approfonditamente, ma a differenza mia non idealizza troppo la gente, ci crede ancora meno di me, prende le cose come vengono... con poco potenziale. Ma è un uomo passionale e basta una scintilla per riportarlo sul picco della speranza nel genere umano. E io lo trovo incredibilmente positivo, non ho mai visto nessuno ridere con così tanto gusto, analizzando cose complesse, lasciando entrare le cose più semplici, anche se ho l'impressione che non fosse sempre stato così. Ema ti lascia fare, non ti rompe, ti ascolta e non ti giudica, ma se serve un calcio in culo te lo becchi tutto. 

È buffo come i miei legami più forti nascano da qualcosa che all'inizio mi rifiutavo di conoscere e adesso capisco anche il perché. Non ho mai idealizzato Emanuele, l'ho preso così com'è e le voci che girano intorno alla sua figura hanno contribuito a tenermi lontana da lui il tempo sufficiente. Ma, come forse direbbe lui, è giusto approfondire le proprie conoscenze con le persone dalla reputazione forte e contraddittoria, controversa; come direi io, certe persone sono destinate a stare vicine, qualsiasi cosa si metta tra loro.
Questa è un'altra cosa buffa. Lui è un cinico, io invece vivo con questa aura spirituale che inculco dove e come riesco. È come se parlassimo di anima in termini diversi. Lui mi insegna cose nuove, io gli ricordo che le cose belle si nascondono negli elementi più semplici, senza doverli necessariamente scomporre e sviscerare. È un uomo coerente, ma non si chiude mai di fronte alle idee nuove, alle nuove esperienze. E poi è curioso come una scimmia e lascia la sua mente aperta anche alle cose improbabili. È di marmo di fronte agli stupidi, è un brodo di giuggiole con le persone intelligenti.
So che Ema non mi abbandonerebbe mai e non tradirebbe mai la mia fiducia, perché parla chiaro, perché non mi nasconde niente al costo di esporsi, di sbagliare, di essere messo da parte. È una persona leale, è una persona che si allontana solo se viene ferita in maniera irreversibile e io non mi permetterei mai una cosa del genere.

Daria è una persona semplice ma capace di fare dei ragionamenti particolarmente complessi e tutto da sola. Nel giro di cinque minuti nella sua testolina passano i pensieri più improbabili di cui nessuno saprà mai l'origine. Non ha paura di provare cose nuove o di ridere a voce alta in un locale in cui non si sta divertendo nessuno. 
La nostra amicizia è nata in modo bizzarro. Mi ricordo solo il fatto di aver constatato che entrambe non andiamo d'accordo con il nostro stesso sesso, mi deve aver scritto qualcosa tipo "le donne mi odiano", poi siamo finite a casa di una sua amica bisessuale e molesta e da lì non abbiamo più smesso con le uscite casuali infrasettimanali. 
A volte mi stende con una considerazione forse un po' troppo sincera e mi viene voglia di prenderla a schiaffi insistendo sul tatto, ma poi realizzo che alcune cose mi entrano in testa solo così e se non mi dice le cose rasoterra lei, chi ci pensa?
Ma è ragionevole, ti ascolta con calma e poi analizza ogni possibilità, ogni punto di vista, a differenza di me ha il cuore di mettersi nei panni degli altri. Daria sostiene la sua opinione al costo di andare contro chi ama e questo rende di lei una donna coraggiosa, ma non ha alcuna paura ad ammettere di aver cagato fuori dal vaso e questo la rende anche molto nobile.

A volte discutiamo di viaggi astrali o dell'educazione che ha un'influenza notevole sulla vita di ogni individuo, altre volte ci beviamo un vinello e ci facciamo due risate su quel tizio o quell'altro. Parliamo di famiglia, di lavoro e di sogni, o ce ne stiamo in silenzio in macchina ad ascoltare qualcosa di figo. 
Daria sa fare un complimento senza farti sentire in colpa di essere un genio, ma ha il coraggio di dirti che sei una merda e che forse dovresti riflettere sulla cattiva persona che sei. Rido. Adoro questa donna, perché varia tra la discrezione di sussurrarti qualcosa che tutti sanno in un orecchio, o di dire una scomoda verità di fronte a tutti. Poi è una figa da paura, soprattutto quando ride o quando si concentra sulle cose, e lo fa di continuo.

Erika è il mio piccolo tesoro. La conosco da quando aveva 14 anni. Mi ha rincorso nel cortile della scuola senza farsi scrupoli e adesso ci troviamo a tirare madonne sulla nostra vita vissuta. È incredibilmente diretta. All'epoca pensavo fosse una peculiarità dettata dall'inesperienza di fronte a determinate situazioni, invece è proprio una parte del suo carattere, e cioè dire la verità a tutti i costi, spesso ferendo del male pure a se stessa. Mi sto rendendo conto che adesso sono circondata da persone che non hanno paura di ridere, che ridono in faccia a questa vita che a volte è piena di merda ed Erika è la rappresentante numero uno di questo movimento. Ride forte e contagia tutto quello che le sta intorno. Magari l'attimo dopo piange e tutto intorno si spegne, ma da che io ricordi, non ha mai avuto paura di niente. Io sono così e posso solo fare del mio meglio, se non mi vuoi quella è la porta. Erika ha il coraggio di essere se stessa, senza compromessi ed è una cosa che le ho sempre invidiato. Di nuovo, ho a che fare con una donna che più volte mi ha detto senza peli sulla lingua che sono una merda. Ma come fa altrimenti un rapporto a resistere negli anni? Come fate voi ad essere amiconi da secoli versandovi schifezze addosso, strisciando alle spalle, tradendovi, essendo così infimi...? Io ed Erika non abbiamo mai avuto questo problema, ognuna di noi, a modo suo, ha rivelato i lati scomodi l'una con l'altra e adesso siamo ancora qui e non abbiamo paura di dirci le cose... E dio mio, non avete idea quanto sia bello e rilassante avere un'amicizia in cui puoi dire tutto, non quello che riguarda te, ma soprattutto l'altro.
Quello che mi auguro, è che il mio piccolo tesoro si renda conto che sia giunta l'ora di andare avanti, che sia l'ora di riporre i remi e abbandonare una lotta per qualcosa che forse non vale la pena difendere. Se si vedesse con i miei occhi, se percepisse almeno il 50% di tutto quello che è e che rappresenta, andrebbe avanti più sicura, con la testa più alta e con molte meno difficoltà. Ma non sono nessuno per decidere i suoi valori, posso solo starle accanto e volerle bene. Come ho sempre cercato di fare, non sempre riuscendoci, purtroppo.


Io e Marco non ci sentiamo spesso, quasi mai. Ma non importa, perché quando ci vediamo, perché le rare volte in cui ci vediamo, parliamo liberamente e non avendo più ostacoli emotivi abbiamo consolidato le nostre conversazioni, siamo sinceri. Non c'è più paura di perdere niente, e da parte mia semplicemente c'è fiducia. Mi manca, per la maggior parte dei giorni in cui non ci sentiamo, semplicemente mi manca e ogni volta che entro in cucina penso alla colazione e ai nostri discorsi che nascono lentamente e ai sorrisi che salgono in alto, insieme al vapore che esce dalle nostre tazzine. Penso al suo sguardo che si accende di fronte a una proposta allettante, o al suo nervosismo quanto mi svela qualcosa di nuovo riguardo alla sua vita, ai suoi progetti. È una persona delicata, attenta, è uno scrittore! È uno scrittore non invadente, che non mostra di prendere appunti (a parte quando impazzisce ed afferra il telefono per segnarsi le cose), ma che ti fa sentire parte delle cose che pensa, anche quando sta zitto. Quando entra Marco la stanza si riempie, perché emana erotismo da tutti i pori, per come si muove, per come parla e per come si guarda intorno ed è il motivo per cui non smetterà mai di attrarmi e per me è un elemento fondamentale nella mia vita: qualcuno che mi appassioni, sempre. E poi ride con questa goccia di incredulità nella voce, tipo "rido perché non ho veramente scelta".
Marco è l'unico scrittore senza un'ego spropositato che io conosca, è l'unico uomo che sa esaltare i suoi progetti senza metterci un "io" di mezzo, che sa parlare delle sue idee in modo rispettoso e passionale, rendendo credito a tutti quelli che hanno contribuito alla sua ispirazione. È uno scrittore nobile e prego Iddio che non smetta mai di scrivere.


We don't care, we're driving Cadillacs in our dreams.


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