domenica 8 giugno 2014

Scrivere e parlare un po' a vanvera

Aspetto sempre che succeda qualcosa di pregnante per riuscire a scrivere delle frasi significative, che mi aiutino a capire qualcosa nella mia vita, che possano arrivare a chi legge e avere un senso in generale.
Il problema è che niente di così interessante sta succedendo. Esistono cose di cui bisogna parlare, altre di cui è meglio solo scrivere, difficilmente scrivo di pensieri già ampiamente espressi a voce, mi annoia.

Mi sono successe cose imbarazzanti e umilianti che solo i miei amici possono conoscere, non sono ancora così coraggiosa da scriverne. Ma appunto i miei amici, persone sparse qua e là intorno a me o in giro per il mondo, poche, pochissime personalità che mi facciano venire voglia di fidarmi, di confrontarmi, sono gli unici oltre ai miei consanguinei che contano adesso. Tre pareri discordanti mi hanno spinto a chiudere una porta, non ci si capiva niente, ma sapevo cosa fare.

Percorrevo le vie a caso, con il sole a picco e le spalline dello zaino che si appiccicavano alla pelle sudaticcia e sorridevo, sentivo un vento leggerissimo che mi portava odori nuovi, apriva nuovi spiragli di possibilità. Sono persino convinta di essere pronta ad amare, un giorno. 

Ci sono persone che non vanno d'accordo tra di loro, ci sono quelle troppo diverse o con i valori discordanti, poi c'è gente spiritualmente poco sviluppata e io non ci posso fare niente. Non posso lasciarmi inglobare dal vuoto della maggioranza, farmi manipolare da parole superficiali e frasi fatte, trite e ritrite fino a farmi venire il vomito.

Ho un'incredibile voglia di vivere, come ho sempre fatto, nella gioia e nella tragedia, fino in fondo, fino a scomporre le cose e farmi del male, l'importante è che io non perda quella passione per ogni piccola cosa che mi circonda. Meglio soffrire che vivere nella superficialità. Poi arriverà il giorno in cui saprò proteggermi senza chiudermi e poi ho imparato che chi sa guardare, semplicemente... vede. Chi ha occhi e chi cerca le tue stesse cose, vede tutto, anche quel rimorso che si nasconde in un sorriso sincero.

Devo ricordarmi di vivere tutte le tavolozze dei colori e di non aver paura a mescolarle un po', magari non più di tre come suggerisce la regola. Non c'è niente di male nell'immergersi completamente, basta non fossilizzarsi, non aspettare che l'acrilico si asciughi. Inutile ridarci sopra il colore, viene fuori solo un gran troiaio. La tela è grande, Nina, i personaggi da dipingere infiniti.

Quindi ultimamente non è successo niente di significativo perché io possa scriverne, non sto dicendo di raschiare il fondo della mia esperienza, ma solo ho trovato più facile parlare in questi giorni. Non so nemmeno perché sto scrivendo, forse perché a volte qualcosa viene fuori, è come fare uno schema e fare il punto della situazione, esorcizzare. Non lo so.

Sto bene e non vedo l'ora di conoscere persone nuove e stimolanti, persone che possano tirare fuori il mio meglio invece che creare degli alter ego deboli e infelici. Io sono una persona felice, con qualche acciacco, come tutti, ma ho molto da raccontare.



    grazie V. per il link

Nessun commento:

Posta un commento