giovedì 20 novembre 2014

Una cosa di cui non mi vergogno più

È un po' che non scrivo. Intendo... sul serio.
Ho un po' abbandonato i magazine e non è per via di quel mero motivo che sento spesso tirare fuori. Non è che non voglio mischiare la passione al lavoro e il lavoro alla passione, non ho assolutamente paura di mescolare le cose, tanto è vero che campo come modella e, occhio ai rosiconi che dicono che odiano quelli che lo dicono, io amo il mio lavoro.
Mi lamento spesso, ma mai troppo a voce alta, rimugino in silenzio e cerco la soluzione più veloce per uscire da una situazione che non mi piace.

Essere una modella è bellissimo, perché ti permette di sfruttare le tue qualità genetiche o il culo che ti fai per essere figa in qualcosa che assume un senso tutto suo, un senso che senza la tua partecipazione indispensabile non esisterebbe. Diffidate dei fotografi che fanno tutte le foto uguali, cercate i fotografi con uno stile forte, ma che trovano il modo di far fluire ogni bellezza in modo diverso. E poi c'è quella cosa inflazionatissima che usano le persone che si ritengono profonde perché cercano la "bellezza interiore". Non esiste la bellezza interiore od esteriore. Esiste la bellezza e il compito di una modella è quello di farla uscire nell'immagine finale. 
Poi noi modelle viaggiamo. Io ho fatto di tutto per interrompere la routine del treno tratta Viareggio-Firenze, ho fatto sacrifici e scelte giuste e ho lavorato in Belgio, Inghilterra, Irlanda, Norvegia e persino in quel posto in cui sono nata e che non si caga nessuno, il Kazakistan. E a proposito, ho usato una Zenit rotta e delle pellicole scadute per fotografare il mio paese, adesso due mie foto vanno a una mostra a Londra. E mi sento tanto felice e tanto arrogante, perché là fuori c'è chi ancora fotografa i culi di ragazzine sottopagate spacciando le immagini per arte; ma sono anche grata a Nicco che quel pomeriggio a La Cité mi ha spronato a pubblicare, ai miei genitori che mi hanno sempre incoraggiato a non mollare la fotografia e a William e Sjur che mi hanno dato coraggio e fiducia... a quelli che mi hanno insegnato cosa significa una foto bella davvero e quelli che, come Virgilio Villoresi, mi hanno ricordato che nelle arti visive l'umiltà non serve a un cazzo, solo consapevolezza di sé, autocritica. Ecco cosa ci vuole. 

Ed è quello a cui penso quando il mese non va tanto bene e un "fotografo" di merda mi propone 100€ (se va bene) per una sessione di nudo che potrebbe darmi gli incubi per le settimane a venire. Non scendere mai ai compromessi, mantenere alta la qualità e fare le scelte giuste. Non me la sto sempre a menare per 50€ in più o in meno quando in ballo c'è un progetto grosso che porterà il mio portfolio allo step successivo, però ecco, cos'è sta storia di contrattare sempre il prezzo? Cerca un'altra modella. Ce ne sono così tante là fuori oggigiorno. 
Valentina Feula, che ho citato più volte nei miei post, è la modella che mi ispira di più in assoluto, perché non parla male delle sue colleghe, anche quando crede che stiano facendo scelte di dubbio gusto, lavora duro e si fa valere. Una volta mi ha detto che ho un viso bellissimo e io mi sono sciolta in un brodo di giuggiole, poi ha aggiunto "ci devi fare un monte di soldi con quel viso, capito?". Prometto che c'arriverò... a quel monte, prima o poi. Non credo lei avesse detto proprio "monte", ma me la immagino a dire qualcosa di simile con la cadenza romana. Io oltre a Vale e a me non ho mai visto modelle spartirsi consigli tra di loro, o magari sì, ma il giorno dopo erano a buttarsi merda addosso, alle spalle. Bella roba. Ivory Flame forse, mi aveva dato consigli preziosi sull'autopromoting, senza che nemmeno glielo chiedessi.

La mia carriera di modella, a questo punto sento proprio il bisogno di definirla così e non solo per i tanti anni passati, ma i tanti risultati raggiunti che le persone "profonde" e dalla "bellezza interiore" mi hanno occultato fino a questo momento. Solo perché non mi chiudo 8 ore in ufficio e non ottengo la promozione da un capo supremo che conta le ore della mia vita, non significa che io non abbia una carriera. 


Oggi uno dei fotografi con cui ho lavorato mi ha chiesto con che agenzia sono e per la prima volta e senza giustificazioni stupide gli ho detto che io lavoro da sola... e cos'è successo? Mi ha dato un suo biglietto da visita e so che è un bravo fotografo, che è una persona per bene e gradevole e non sarò mandata chissà dove chissà per cosa per conto di un booker, ma affronterò un lavoro che io ho scelto e per cui sono stata scelta senza consultare un ventaglio di misure prestabilite.

Ma sì, ho fatto tante, tante foto di merda all'inizio della mia carriera, ma insomma, chi non ne ha fatte? 
Quello che differenzia una modella di successo, che sia conosciuta o meno ma con un portfolio di indubbia qualità, da una ragazza che si fa semplicemente chiamare tale è l'evoluzione. Comincio con una foto del cazzo, la osservo, capisco che non va bene, magari non subito, ma l'anno dopo non ho più foto del genere. Comincio coi test, quelle cose in cui i fotografi bravi sperimentano con te le luci e poi le usano nelle loro campagne, quelle che a loro fanno pagare le bollette, ma che a te aggiungono foto di livello al book, così puoi alzare il tiro. L'abbiamo fatto tutte. Poi diventiamo brave e i fotografi bravi ci usano per sperimentare e noi li usiamo per evolverci ancora, ma non è più un momento imbarazzante in cui non sai da che parte guardare o chiedi di ritoccarti il brufolo, ma voli, letteralmente, fai quello che cazzo ti pare e il fotografo ti lascia fare. Vi divertite. Fate ricerca insieme. Lui usa le sue capacità tecniche e tu gli ricordi che un pizzico di emotività e sensualità è quello che ci vuole. E chi l'ha manco notato il brufolo?

E insomma, non mi vergogno più del lavoro che faccio come i primi anni. Sono una persona in gamba, magari non in tutto, ma faccio le cose con cognizione di causa e non mi comporto a merda solo perché mi va, mi preoccupo molto, anche troppo delle reazioni delle persone con cui ho a che fare.
È ancora dura, come i primi giorni, anche se non c'è più l'ansia. A volte il team mangia mentre tu lotti per non svenire mentre il fotografo ti fa torcere per la decima volta. Qualche volta il clima è talmente pesante che hai paura di chiedere persino l'acqua o cinque minuti di pausa dopo ore filate a posare. Devi correre tra treni e aerei, autobus e taxi, essere sempre puntuale mentre gli altri saranno sempre in ritardo, aspettare, aspettare, aspettare per il trucco, per i capelli, per le luci settate, le persone, poi a volte è talmente caldo che svieni o ti ustioni a sangue la cute sotto il sole, o piove, o fa talmente freddo che non riesci nemmeno a cambiare espressione, alcuni individui ti tratteranno senza rispetto, perché probabilmente non ne hanno nemmeno per se stessi, e poi... se sei una modella di nudo, sarà sempre difficile far capire agli altri che ciò che fai se non arte è perlomeno lavoro e tieni all'immagine, così come quelli con cui lavori. Invece sarà impossibile convincere gli altri che il tuo corpo è a disposizione della foto e non del loro pisello, perché non importa a che livello arrivi nella tua carriera, se sei una donna, e non necessariamente nuda, capiterà sempre il coglione di turno o quello che coglie dei segnali che tu non lanci e sarà sempre presente quando dovrai rimetterti le mutandine dopo il set, come a proteggere il tuo prezioso culo dalla privacy.

Per fortuna esistono le persone come Pino Leone, che ti fa sentire bella e sensuale in modo naturale e professionale; Fulvio Maiani, che ti chiede se vuoi che il resto del team vada via mentre posi nuda, che ti dice che se sei sul set è perché sei tu ed è stato pensato per te; Sjur Roald, che riconosce la qualità del tuo lavoro e ti rispetta; Karol Liver, che tira fuori una foto speciale e irriproducibile e vuole sapere chi sei prima di scattare; Anna Morosini, che ti abbraccerebbe a ogni pausa e che si preoccupa sempre che tu sia a tuo agio, fisicamente e psicologicamente, e si rivela incredibilmente empatica quando in presenza di altri hai paura di esprimerti; Marco Onofri, che si studia il tuo viso e il tuo corpo prima di fotografarti, in modo che sia impossibile che tu non ti piaccia una volta impressa... E molti, molti altri che rendono l'atmosfera unica e tengono a te, anche solo per un giorno, o poche ore. E non occorre essere dei professionisti o campare di quello per ricordarsi di essere gentili e sensibili di fronte a un altro essere umano, la modella.






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