sabato 25 aprile 2015

Jakub, la mia famiglia

Ci sono quelle mattine in cui punto il naso nell'ascella destra di Jakub e penso di essere nel posto più sicuro al mondo... effettivamente lo è. E lui se ne sta lì, respira regolare come se non fosse successo niente, mugola qualcosa di incomprensibile in segno di assenso e sento che sorride. Sentite mai qualcuno sorridere? C'è qualcosa nel respiro che si interrompe per una frazione della frazione di secondo, i pulviscoli si congelano nell'aria e i polmoni sono nella loro piena capienza, gonfi, col cuore aperto verso le labbra che impercettibilmente, millimetricamente si dilatano. È una cosa che si sente, se si usano gli occhi non funziona.

Magari la notte ho respinto un suo abbraccio perché avevo caldo, o avevo problemi respiratori, o semplicemente ci sono quelle notti in cui si desidera essere un po' più isolati nel proprio sonno. Ma a lui non importa. E se io non ce l'ho al mio fianco soffro, ho freddo, sto scomoda, non riesco ad addormentarmi facilmente. La sua presenza è essenziale, per quanto suoni egoistico.
Lui invece si rifugia alle mie spalle, tra i miei capelli, a volte lo sento respirare profondamente sul collo, o sulla nuca, mi viene caldo e mi innervosisco, allora scivolo un po' più in alto, così la sua faccia si posa sulla mia schiena e io sono felice.


Quando perdo il controllo ho paura, forse più perché cerco di tenere le redini di un cavallo impazzito impossibile da domare, non da una donna per lo meno, suppongo. Non mi permetto di perderlo, così si ribella di più. Con lui posso, ha una specie di sedativo negli occhi, mi guarda preoccupato, ogni tanto li apre di più e mi sento inondare da un mare immenso e segreto, mi affaccio su un cielo azzurro e denso... è come se fossi su una scogliera e decidessi di tuffarmi. Poi mi dimentico perché mi ero arrabbiata. Suonerà banale, ma non è un caso quando parlano di persone fuoco e di persone acqua, di complementari... E in generale credo l'uomo sia nato per riuscire ad aiutare la donna che ama ad incanalare le proprie emozioni, senza spegnerla.

Quando vedo il suo sguardo spegnersi e il suo cuore irrigidirsi, mi ricordo immediatamente di come accendere un fuoco in mezzo al deserto, o in cima a una montagna rocciosissima. Mi viene totalmente spontaneo e sento le mie energie raddoppiare, triplicare, potrei donare tutta me stessa per risollevare la persona con cui voglio passare il resto della mia vita.
A volte ci abbracciamo infinitamente, talvolta i battiti cardiaci si sincronizzano e sento un po' di quell'energia aumentata andarsene, so esattamente dove si dirige e sento di avercela fatta anche questa volta. Ci sono certe cose che, magicamente, solo una donna che ama profondamente un uomo può fare. 

Sono stata due settimane o poco più in Italia, lontana da Jakub... Ed è lì che ho capito che la famiglia che ho scelto, il mio piccolo fuoco di cui prendersi cura, è con lui. Non importa dove sono le mie radici finché ci prenderemo cura l'uno dell'altra... come ci ha chiesto di promettere mia mamma dopo un margarita di troppo.


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