venerdì 31 agosto 2012

La confusione

Sono qui che aspetto A. e mi domando se lui preferisca il silenzio, o se in qualche modo riesca ad apprezzare i rumori che il mondo circostante produce.
A. è un chitarrista, o per lo meno lo era (non riesco ancora a perdonargli questo abbandono, spero temporaneo) e dire che non ami l'amplificatore che non solo produce rumore, ma anche sensazioni perfettamente percepibili attraverso la pelle, attraverso il naso persino (sapete quel solletico sulla punta quando le vibrazioni sono molto forti), sarebbe sciocco.

Ma per esempio di cosa ha bisogno quando si sta addormentando? Del respiro di una persona accanto? Della sua canzone preferita? Del silenzio assordante che una casa ben isolata può offrire?

A volte me lo chiedo, mi domando come vivano il silenzio e il rumore i miei amici. Ne ho pochi (il che non mi dispiace), faccio presto a fare il giro di domande, ma ogni volta che ne pongo faccio danni, perché vengo fraintesa, oppure risulto invadente. So che chiedere "cosa ne pensi del rumore?" non ha nulla di così personale ed intimo da suscitare imbarazzo, ma senz'altro richiede una risposta un minimo pensata e ho notato che accanto a me non sempre le persone abbiano voglia di pensare. Vogliono parlare a ruota libera, perché a me piace ascoltare, mi piace ascoltare tantissimo! Ma mi piace fare domande, solo dio sa quanto io ami fare domande.

Più le persone passano tempo accanto a me e meno pensano e più si allontanano. E' bizzarro. Non pensano perché io le costringo a farlo e ci sono cose che è meglio lasciare negli abissi, non è vero? Con la forza non si fa nemmen l'aceto. No? Non ho bisogno di finti sorrisi, io voglio il dolore, o una risata fragorosa nel cuore dell'alba. Ho fatto scappare un sacco di gente, ma non riesco proprio a fermarmi e allo stesso tempo ho bisogno anche io di stimoli, magari anche fastidiosi, altrimenti non analizzo più aspetti nuovi del mio essere, continuo a rimuginare su quello che di me già conosco bene.

Sono così felice che negli anni mi sono portata dietro superstiti della mia invadenza!

Ma sono ancora più contenta perché ho imparato ad incanalare la mia voglia di conoscere ogni singolo dettaglio che compone un individuo sul mio cammino, perché così talvolta riesco a dosare le domande, ad aspettare il momento giusto e soprattutto il mio interlocutore trae piacere dalla nostra conversazione.

Sono anche felice di aver conosciuto un paio di persone di cui mi fidi. Nemmeno io sospettavo di quanto bisogno avessi di fidarmi di qualcuno, di contare sulla presenza di una persona, di pensare al suo nome nel dolore e nella gioia, con il desiderio di condividere certi momenti della mia vita, senza paura di essere giudicata.

Una delle mie parole preferite nell'amore rimarrà sempre e comunque "incondizionato".



1 commento:

  1. ... so che quella domanda, non era il centro del post, ma ha ispirato un pensiero che spesso è in me

    se tu lo chiedessi a me, su cosa penso del rumore, ti direi....

    "rumore e musica, sono la solita cosa, il primo semplicemente non ha equilibrio fra i propri elementi, ma ha le stesse potenzialità di produrre sensazioni/emozioni".

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