domenica 10 giugno 2012

Deserto

Secondo il calendario cinese, il 2012 è l'anno del dragone.
E' il mio anno.
E spero sia l'ultimo, spero che mai più le divinità mi regalino un anno tutto mio.


Non ho più soldi, non faccio la spesa da mesi (salvo il minimo necessario per non morire di fame) e la gente pretende che io lavori per la gloria, che io indossi i loro costosissimi vestiti perché possano farli vedere nei cataloghi e venderli e mangiare e dar da mangiare ai loro figli. Io non ho soldi nemmeno per prendere cibo al mio gatto, povera bestia. Avessi saputo prima l'avrei lasciata in autostrada, che sicuro offre più possibilità di felicità della casa in cui vivo.


Non tornerò da mia madre. Non merita tanto male. A 23 anni stare sulle spalle dei genitori è per me imbarazzante! In Italia si è invece sempre troppo piccoli per lasciare casa, ecco perché vanno avanti i vecchi e mandano questo paese sempre più a fondo. 


Non posso nemmeno dire che se avessi saputo prima che in Italia i tatuaggi sono sinonimo di disoccupazione nel mondo della fotografia, della moda in particolar modo, avrei evitato. Ma no cazzo, c'è chi si circoncide, c'è chi si rifà le tette e c'è chi si tatua, come me. Perché loro possono esprimere la loro persona in questi modi dal dubbio gusto estetico e io no? 
Ieri ho conosciuto una ragazza incredibile, una modella coi controcazzi. Bella, brava, spontanea, mi ha fatto sentire a casa sul set, giuro. Questa aveva i dermal un po' qua e là, altri piercing e un'incredibile voglia di tutuaggi: "eh ma la mia agenzia mi fa il culo".
Allora, agenzia, meglio un bel tatuaggio che una faccia di culo monoespressiva. 


Che palle.


Vabbè, ok, ogni campo vuole la sua parte fisica. 
I tatuaggi nel fashion, in Italia e in Francia, no. Ok, me ne faccio una ragione.
Poi... proposte di posare per genere fotografico nudo, per ricerca personale del fotografo, per il suo ampliamento del portfolio e altre cagate. Allora, non me la voglio tirare, ma ora lo faccio, IO ho un portfolio dignitoso, ampio, di qualità e non ho bisogno di foto nuove. Ok? Quindi se vuoi il mio bel culo under your lights nel tuo obiettivo, mi devi pagare, perché non sei mio amico, perché non hai la priorità che possa avere una persona a cui mi faccio vedere nuda volentieri. Non è questione di professionalità o disinibizione. Posso andare nuda a giro per piazza della Signoria, non me ne frega niente, ma se il mio corpo ti diventa utile in quel modo, se la mia esperienza può aiutarti a crescere perché poi tu diventi un bravo fotografo, non vedo perché io debba dedicarti gratuitamente il mio tempo. 
E poi perché gli sposi ti pagano perché tu faccia loro il book del matrimonio e tu non paghi me perché ti faccio il book del nudo?
Non mi fraintendere, ci sono molte cose che sto ancora imparando e non chiedo un soldo per quelle. Ma quello di modella è il mio lavoro, ficcatelo in testa. Lo so fare, lo so fare bene e se pensi io stia esagerando guarda il mio portfolio, o vai a fotografare fiori.
Poi arriva il moralista di turno a dire che posare nude per soldi è come andare a prostitute. E ALLORA VAI A PROSTITUTE e non rompere il cazzo a me. Fotografa tua sorella, tua madre, la tua fidanzata.


Tutto questo non ha niente a che vedere con l'arte, con due persone che si guardano e decidono di creare qualcosa insieme. "Eh ma per lui tette si e per me no". Sì, per lui tette si e per te no, sono mie e me le faccio fotografare da chi mi pare. 


Poi beh, ci sono i porci che pur di vedere un filo di passera sono disposti a pagare una modella scarsa più di una signora meretrice. E io penso che piuttosto me ne sto qua, con un'uscita il weekend in meno, ma con la dignità ancora al posto giusto.


A forza di scartare fotografi perché arroganti, perché si comportano come se tutto al mondo fosse loro dovuto (sìsì, anche le modelle lo fanno, ma non è di loro che sto parlando), mi sono ritrovata senza un lavoro. 


Dio ragazzi. Io leggo di voi che su twitter scrivete che un paio di scarpe vi sono costate solo 50 euro e io penso che con quei 50 euro mi facevo la spesa per un mese. Vi lamentate perché un bene di lusso vi è stato recapitato con ritardo e io penso che non ho soldi per andare al mare una volta di troppo.


Ma al di là della mia sfiga fotonica, del fatto che in Italia di arte non si vive, del fatto che non sono capace di fare un lavoro di commessa (che mi sa, mi tocca) o di cameriera o di barista o checcazzoneso, rimango basita dalla superficialità con cui talvolta parlate delle cose, come se tutto fosse semplice, come se tutti avessero un bel conto in banca, come se senza soldi non fosse possibile fare niente.
E io ho smesso di uscire con voi anche per questo, perché una passeggiata nel bosco vi annoia e perché io non ho soldi per andare a bere ogni sera.







Nessun commento:

Posta un commento