Allora zanzara! Cosa vogliamo fare? Io ti sto offrendo il mio sangue e tu mi vuoi succhiare via anche l'anima, la pazienza, vuoi essere presente nella mia vita anche di giorno, quando invece io voglio accanto gli uccellini, le formiche, qualche essere umano.
Ti intrufoli tra le lenzuola, mi sfiori la pelle senza averne alcun diritto. Il tuo è un amore a senso unico, altrimenti conosciuto come molestia aggressiva. Ma lo sai che se fossi stata della mia stessa specie ti avrei potuto denunciare?
Non puoi nutrirti di me in silenzio? Senza queste inutili pretese da donna isterica. Goditi l'attimo in cui una valanga di globuli e piastrine investe i tuoi sensi.
Ah che bastarda. Mi domando perché esisti in natura e perché tu abbia perso la tua genuinità, quando facevi i tuoi comodi e non rompevi più i coglioni.
Non è che forse tu, mia acerrima amica, compagna della notte e incontrollabile prurito sulla gamba, sei fuggita dall'Inferno? Non sei tu un angelo della morte trasformato in creatura infima e parassita per punizione? Perché tutto questo rancore? Non è col sangue che placherai la tua ira, non è cambiando la tua più intima e silenziosa natura che tornerai tra le braccia di Lucifero.
Troppa sete per una creatura così piccola, ecco perché ho la sensazione che quella silhouehette contro l'abajour abbia qualcosa da raccontare.
E' che non posso perdermi dietro alle storie di tutti quelli che mi rompono il cazzo.
Anche gli umani talvolta non capiscono quando sia ora di andare, ma visto che uccidere è reato penale e visto che tal reato non comprende zanzare, ti aggiungerò alla costellazione dei tuoi simili, proprio lì sul muro.
R.I.P.
Ancora confondo il tuo ronzio con il suono lontano di un'ambulanza, o di una moto, o di un bambino che frigna... ma non mi manchi. Non ancora.
Non c'è niente di poetico nell'estate, oh... io c'ho provato.
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