lunedì 2 luglio 2012

Il buio

Sono andata in cucina e ho acceso la luce, sennò dovevo gattonare fino al balcone. Volevo fumare. Al ritorno l'ho spenta e ho percorso tutta la casa senza. Mi sono chiesta perché non l'avessi fatto anche all'andata, dopotutto ho percorso questi spazi per 365 giorni l'anno, due anni fa.


Perché dobbiamo camminare mille volte sulla stessa strada prima di conoscerne ogni dettaglio? Perché dobbiamo conoscerne i bordi se camminiamo perfettamente nel mezzo? Cos'è, invadenza? Le cose sarebbero molto più semplici se ci affidassimo alla memoria, ma credo potremmo farlo solo dopo aver osservato molto bene ciò che ci circonda, con le luci accese.


Così mi sono ricordata di aver percorso allo stesso modo casa tua, ma con le luci spente, sempre, ovunque io andassi. E' sempre stato per raggiungerti. Ero così tanto attratta e dipendente da te? C'era una complicità di mezzo per cui eri stranamente diventato il mio gomitolo in questa sorta di labirinto breve ma sconosciuto.
Eri la ragione della mia vita, troppo. Mi sono annullata senza che tu me l'avessi chiesto e ho commesso un errore che rimpiangerò per il resto della mia vita. D'altro canto ripenso all'oscurità che ci univa e forse non dovrei pentirmi di niente, perché in realtà non mi sono cancellata, mi sono solo radicalmente trasformata dimenticandomi che tu mi amavi così come mi hai conosciuta. 
Quando ci siamo lasciati è stato come se qualcuno avesse acceso la luce durante una nostra tranquilla chiacchierata nel buio. Gli occhi si sono chiusi, hanno cominciato a bruciare... e non ti ho più visto.


"Sei qui" mi hai detto una volta e hai sorriso e io ho sorriso e non ho saputo proferire parola.


Mi sdraio su quel divano e ricordo le nostre giornate pigre, ma non sprecate. C'è quel letto che nemmeno voglio vedere. Mi faccio la doccia e chiudo gli occhi solo per non pensare ai pomeriggi afosi passati nell'acqua, in silenzio.
Mi faccio un caffè lungo e non basta mai, perché finché dura ci sei tu, c'è il risveglio perfetto, c'è aspettativa; poi finisce e c'è una sagoma di fronte a me, a luci spente, ma mi fa paura, è qualcuno di cui non mi fido.


Accendo le luci perché mi illudo di poterti trovare non appena le avrò spente. Le spengo quando me ne vado, così ho la sicurezza di poter tornare da te, perché rimani più a lungo, perché sai che ci sono, non hai paura di essere distante da me, di essere da solo. Sai... nemmeno io, ma ho avuto il terrore di essere senza di te. Ecco il mio errore.


Oggi posso permettermi di piangere.


In my immagination you're lying waiting on your side.

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