venerdì 6 luglio 2012

Mattina

Sta albeggiando e gli uccellini sembrano impazziti.
Io sono in mutande con una luce fioca alla mia sinistra, c'è fresco e a tratti ho i brividi, ma sto bene, mi sento molto viva.
E' la mattina della grande paura, dell'insicurezza.


Io voglio andare in Canada.
Sono una che si fa un sacco di progetti, che parla... parla... parla... Un po' come il Boniz, che ti viene da dire "ma smettila". Invece parlarne mi aiuta a fare il punto della situazione, ad organizzarmi, ad esorcizzare la mia paura e forse anche un pochino a guardarmi intorno e a rendermi conto che nessuno crede in me. Fin da quando sono arrivata in Italia l'odio della gente mi ha spinto a fare cose che non avrei mai potuto fare altrimenti. L'odio è una grande carica, è un'energia incredibile, è devastante, ma se saputa incanalare è una cascata inarrestabile che si concentra in un punto. Io so solo che ci devo essere e devo lottare per emergere dal vapore, dall'acqua che brama il cielo che non potrà mai raggiungere.


Non ho mai ricambiato un odio, ma ho sempre cercato di trarre vantaggio da quello altrui. 


Sono tornata da poco e mi sono messa a leggere qualcosa qua e là sul web e ho trovato tanto di quell'acido. Ma perché? Ma chi vi credete di essere? Non sono cazzi miei, ma siete miei conoscenti, o amici, o quel che volete e se davanti ai miei occhi sputtanate chi non vi può sentire, mi domando se non facciate lo stesso con me una volta che mi volto. 
Non ho motivo di fidarmi di voi, mi fate schifo, mi viene da vomitare e mi domando solo il perché del nostro incontro. Poi guardo indietro per bene e vi vedo sfocati col dito puntato in tutte le direzioni, a tratti. Capisco allora perché sono andata avanti, non importa se ho sbagliato, ho continuato a muovermi, a cambiare, a cercare di resistere a questa palude che mi risucchiava insieme alla melma che voi stessi avete generato. Mi sono salvata, ho sofferto, sono diventata quello che sono, ma voi siete ancora lì e sarete s e m p r e lì.


La staticità è il male e tutta quella merda in cui galleggiate beatamente non è niente di dinamico. Merda è merda. Chiaro? La merda è comoda.


Perché io cerco di promuovere quello che so fare? Perché alcuni di voi sminuiscono gli sforzi altrui solo perché non sono riusciti a fare niente di meglio da poter esaltare? Ponetevi delle domande e soprattutto vedete le cose per quelle che sono, non cucite storie poco credibili sui vostri nemici. Dietro a ogni volto c'è una storia e non siete un cazzo di nessuno per giudicare e trarre conclusioni.


Non devo dimostrare niente a nessuno. Non lotto per far vedere che, nonostante tutto, ce l'ho fatta, ma solo per andare via da qui, da voi, da tutto questo.


Io parlo... parlo... ma parlo di me, non degli altri.


I miei nemici, veri, hanno tutto il mio rispetto. Non brucio di invidia quando vedo loro raggiungere tappe prestabilite, li stimo, li ammiro. Probabilmente non andremo mai d'accordo, ma non vedo perché dovrei permettermi di smerdarli, sono persone, proprio come me e posso solo prenderli come esempio, posso imparare, posso crescere.
Perché quelli che mi fanno ribrezzo non sono nemici, sono qualcosa di poco definito che vedo approdare sulla riva dopo l'alta marea, posso solo evitare di sporcarmi i piedi.


Siete ancora in tempo a salvare la vostra dignità.



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